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incominciammo a girare sulla spiaggia.
Devi sapere che ho lavorato con ogni sorta di cast ma i metodi di lavorazione di Susan furono per me
una rivelazio-ne. L'intero cast era costituito da cinque persone e Susan stessa si metteva dietro la
macchina da presa. E montava le scene nella sua testa mentre girava, così che, durante il montaggio, ci
sarebbe stato poco da tagliare. Era cioè molto accorta. Non avevamo un copione. Susan semplicemente
ci spiegava tutto prima di ogni scena.
Quando arrivammo alla casetta e Sandy Miller e io andammo a letto insieme, penso che la scena
d'amore veramente sconcertasse Sandy. Lei e Susan erano amanti, sebbene io allora non lo sapessi. Ma
Sandy vuole diventare una grande attrice e Susan disse che quella era una scena importante, che doveva
farla e non ci doveva essere niente di finto e lei fece ciò che Susan disse.
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Non feci realmente l'amore con Sandy, non so se ci hai fatto caso. Era lei che faceva l'amore con me.
Sandy è davvero bellissima, l'avrai notato. Ti fa capire come mai gli uomini chiamano fiche le donne. Lei
è una grande fica. Ma niente di più.
In seguito, tuttavia, a Roma, feci l'amore con un'altra donna, Susan naturalmente. Fu una cosa
abbastanza selvag-gia. Ma nulla avrebbe separato Susan e Sandy, davvero. Anche se Susan faticò a
convincere Sandy che non era successo niente di grave. Naturalmente non mi aveva messo al corrente
che fossero amanti. Fui per un po' di tempo incazzata con lei.
Ma Susan e io lo facemmo solo una volta. Se così si può dire di un intero pomeriggio. Susan era a letto,
nell'apparta-mento di Roma, e fumava una sigaretta e io mi andai a sedere vicino a lei. Poi vidi che era
nuda. Lei scalciò via le lenzuola e rimase seduta lì, fumando la sua sigaretta e continuando a guardarmi.
Le andai sempre più vicino e allungai una mano per toccarla. Lei non fece niente e io le infilai la mano fra
le gambe.
Fu come toccare una fiamma senza venirne bruciati. E così fu. Le baciai il seno. Penso che per me fosse
importante farlo, dopo aver giaciuto lì, senza far niente con Sandy. In realtà avrei potuto diventare
l'amante di Susan, almeno per un certo periodo.
Ma dopo quella volta non successe più, per via di Sandy. Non avevo bisogno di fare l'amore con Susan
per continuare ad amarla. Rimanemmo amiche più di prima. Prendemmo una Vespa, come quella che
avevo lasciato a casa, e ce ne andavamo in giro insieme. Arrivammo fino a Pompei guidando tutta la
notte.
Sandy non è il tipo di donna che viaggia sopra una Vespa. Voglio dire che ci tiene a non rovinarsi i
capelli. Ma mi accettava, a patto che tra me e Susan non ci fosse più del sesso.
Sandy è come mamma, in realtà. Non solo è apatica, ma non riesce quasi a spiccicare parola. Susan non
solo era l'unica a parlare, ma esprimeva persino i pensieri di Sandy, che era una di quelle persone come
la mamma, che non riescono a pensare da sole. Non intendo dire che sia stupida. Non lo è. Ma avevo
incontrato molte Sandy, mentre Susan era per me una cosa nuova.
Ma solo dopo che il film fu presentato a Cannes compresi che anche lei mi vedeva come una cosa
nuova. Mi considerava una sua scoperta e mi voleva per altri film. In realtà ero così affascinata da lei che
non m'importava più di tanto come lei vedesse me. C'era sempre quella sensazione di leggerezza e
velocità, con lei, quando eravamo insieme, come se avessimo calzato gli stivali delle sette leghe delle
favole.
Quella sensazione l'ho riprovata solo con te. Quando tu dipingi, sei come Susan nella camera di
montaggio, sei concentrato solo su quello e nessuno può distrarti. Ma quando smetti di dipingere, un
senso di leggerezza ti circon-da, come se fossi molto giovane, e non t'importa che cosa si possa pensare
di te. Allora si può anche soltanto passeggiare e parlare sulla spiaggia o andare dovunque, non importa
dove, a patto che tu sappia di poter, a un certo punto, ritornare alle tue tele.
Ora, mamma è l'esatto opposto. Lei, tra le attrici o le persone di cinema, è la più professionale che abbia
mai visto. Voglio dire che chiunque abbia lavorato con lei la ama perché è semplicemente perfetta, sul
set, e niente la distoglie dal proprio lavoro. Può ripetere perfettamente la parte da qualsiasi battuta
d'entrata, riesce sempre a trovare il segno, può rifare mille volte una scena sempre con la stessa
emozione e intonazione. Lei può essere sbronza e completa-mente fuori di sé alle sette della sera, ma
comunque fa in modo di andare a letto prima di mezzanotte. Lei è sempre puntuale.
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Ma mamma si è fatta sempre usare. Mamma è indifesa quanto professionalmente valida. Devi scrivere la
parte per lei, illuminarla, dirle cosa fare. Non è per niente efficiente, senza l'energia di qualcun altro.
Be', Susan non è solo una regista. È la produttrice, la sceneggiatrice, la finanziatrice. Montava per dodici
ore consecutive a Cinecittà, con me che la guardavo. Ci sistema-va logisticamente in modo da poter
girare più pellicola e poi montarla insieme al resto. A volte, nel laboratorio, si sosti-tuiva anche al
direttore della fotografia, per avere una stampa assolutamente perfetta. Usò i suoi soldi per
sovven-zionare quattro stampe eccezionali. E la colonna sonora fu curata quasi esclusivamente da lei,
perché non avevamo un buon tecnico del suono.
Quando parlavamo del prossimo film, il film brasilia-no, mi chiedeva dei suggerimenti. L'apatia di Sandy
non le era di molto aiuto. Ti usava per quello che eri capace di dare. È come se fosse un'onnivora.
Consuma ogni cosa. Non ho mai compreso se Susan fosse egocentrica e fino a che punto. È possibile
che una persona che ha così tanta fiducia in se stessa non soffra di egocentrismo?
Quando tornai da Roma a Saint Esprit, dissi a mamma del film in Brasile che voleva fare Susan. Mamma
disse che era d'accordo, ma qualcuno doveva venire laggiù con me per darmi un'occhiata. Disse anche,
con una risatina maligna, che se non avesse trovato un distributore a Cannes, Susan era finita.
Be', Susan capì. Questa è Cannes: non soltanto vincere premi o divertirsi al Carlton, ma trovare
distributori che facessero circolare il film in Europa e negli Stati Uniti. Mamma disse che sarebbe andata
a Cannes e avrebbe organizzato una conferenza stampa con Susan e anche fatto il possibile per lanciare il
film. Be', lei non era mai uscita da Saint Esprit da quando avevo dodici anni. Ero su di giri. Susan si
sarebbe giocata tutto, e forse con mamma alle spalle e con me, come figlia di mia madre, avremmo
potuto trovare almeno un distributore indipendente per gli Stati Uniti. Susan sapeva che il film, per il suo
contenuto scabro-so, non poteva interessare gli Studi, ma per un distributore indipendente sarebbe stato
perfetto.
Il film in Brasile, invece, sarebbe stato il grande salto. Sandy avrebbe recitato il ruolo di una giornalista
americana in Brasile inviata lì per una serie di servizi sulle spiagge e i bikini. Io sarei stata una prostituta,
cioè una schiava bianca spedita lì da una gang del grande crimine e che Sandy avrebbe incontrato,
salvato e portato via dal Brasile. Natu-ralmente, il mio magnaccia - Susan aveva già un tipo
assolutamente perfetto per la parte - sarebbe stato un gangster di grosso calibro, che mi avrebbe amato
alla follia e così via; insomma, puoi capire che Susan voleva una trama complicata come quella di Colpo
grosso.
Susan non sopporta le caratterizzazioni a tutto tondo. Lei crede che se in un film c'è il vero cattivo, allora
si è sbagliato qualcosa.
Ad ogni modo, Colpo grosso sarebbe stato il film del debutto e Volontà e vergogna quello che [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]
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incominciammo a girare sulla spiaggia.
Devi sapere che ho lavorato con ogni sorta di cast ma i metodi di lavorazione di Susan furono per me
una rivelazio-ne. L'intero cast era costituito da cinque persone e Susan stessa si metteva dietro la
macchina da presa. E montava le scene nella sua testa mentre girava, così che, durante il montaggio, ci
sarebbe stato poco da tagliare. Era cioè molto accorta. Non avevamo un copione. Susan semplicemente
ci spiegava tutto prima di ogni scena.
Quando arrivammo alla casetta e Sandy Miller e io andammo a letto insieme, penso che la scena
d'amore veramente sconcertasse Sandy. Lei e Susan erano amanti, sebbene io allora non lo sapessi. Ma
Sandy vuole diventare una grande attrice e Susan disse che quella era una scena importante, che doveva
farla e non ci doveva essere niente di finto e lei fece ciò che Susan disse.
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Non feci realmente l'amore con Sandy, non so se ci hai fatto caso. Era lei che faceva l'amore con me.
Sandy è davvero bellissima, l'avrai notato. Ti fa capire come mai gli uomini chiamano fiche le donne. Lei
è una grande fica. Ma niente di più.
In seguito, tuttavia, a Roma, feci l'amore con un'altra donna, Susan naturalmente. Fu una cosa
abbastanza selvag-gia. Ma nulla avrebbe separato Susan e Sandy, davvero. Anche se Susan faticò a
convincere Sandy che non era successo niente di grave. Naturalmente non mi aveva messo al corrente
che fossero amanti. Fui per un po' di tempo incazzata con lei.
Ma Susan e io lo facemmo solo una volta. Se così si può dire di un intero pomeriggio. Susan era a letto,
nell'apparta-mento di Roma, e fumava una sigaretta e io mi andai a sedere vicino a lei. Poi vidi che era
nuda. Lei scalciò via le lenzuola e rimase seduta lì, fumando la sua sigaretta e continuando a guardarmi.
Le andai sempre più vicino e allungai una mano per toccarla. Lei non fece niente e io le infilai la mano fra
le gambe.
Fu come toccare una fiamma senza venirne bruciati. E così fu. Le baciai il seno. Penso che per me fosse
importante farlo, dopo aver giaciuto lì, senza far niente con Sandy. In realtà avrei potuto diventare
l'amante di Susan, almeno per un certo periodo.
Ma dopo quella volta non successe più, per via di Sandy. Non avevo bisogno di fare l'amore con Susan
per continuare ad amarla. Rimanemmo amiche più di prima. Prendemmo una Vespa, come quella che
avevo lasciato a casa, e ce ne andavamo in giro insieme. Arrivammo fino a Pompei guidando tutta la
notte.
Sandy non è il tipo di donna che viaggia sopra una Vespa. Voglio dire che ci tiene a non rovinarsi i
capelli. Ma mi accettava, a patto che tra me e Susan non ci fosse più del sesso.
Sandy è come mamma, in realtà. Non solo è apatica, ma non riesce quasi a spiccicare parola. Susan non
solo era l'unica a parlare, ma esprimeva persino i pensieri di Sandy, che era una di quelle persone come
la mamma, che non riescono a pensare da sole. Non intendo dire che sia stupida. Non lo è. Ma avevo
incontrato molte Sandy, mentre Susan era per me una cosa nuova.
Ma solo dopo che il film fu presentato a Cannes compresi che anche lei mi vedeva come una cosa
nuova. Mi considerava una sua scoperta e mi voleva per altri film. In realtà ero così affascinata da lei che
non m'importava più di tanto come lei vedesse me. C'era sempre quella sensazione di leggerezza e
velocità, con lei, quando eravamo insieme, come se avessimo calzato gli stivali delle sette leghe delle
favole.
Quella sensazione l'ho riprovata solo con te. Quando tu dipingi, sei come Susan nella camera di
montaggio, sei concentrato solo su quello e nessuno può distrarti. Ma quando smetti di dipingere, un
senso di leggerezza ti circon-da, come se fossi molto giovane, e non t'importa che cosa si possa pensare
di te. Allora si può anche soltanto passeggiare e parlare sulla spiaggia o andare dovunque, non importa
dove, a patto che tu sappia di poter, a un certo punto, ritornare alle tue tele.
Ora, mamma è l'esatto opposto. Lei, tra le attrici o le persone di cinema, è la più professionale che abbia
mai visto. Voglio dire che chiunque abbia lavorato con lei la ama perché è semplicemente perfetta, sul
set, e niente la distoglie dal proprio lavoro. Può ripetere perfettamente la parte da qualsiasi battuta
d'entrata, riesce sempre a trovare il segno, può rifare mille volte una scena sempre con la stessa
emozione e intonazione. Lei può essere sbronza e completa-mente fuori di sé alle sette della sera, ma
comunque fa in modo di andare a letto prima di mezzanotte. Lei è sempre puntuale.
Page 220
Ma mamma si è fatta sempre usare. Mamma è indifesa quanto professionalmente valida. Devi scrivere la
parte per lei, illuminarla, dirle cosa fare. Non è per niente efficiente, senza l'energia di qualcun altro.
Be', Susan non è solo una regista. È la produttrice, la sceneggiatrice, la finanziatrice. Montava per dodici
ore consecutive a Cinecittà, con me che la guardavo. Ci sistema-va logisticamente in modo da poter
girare più pellicola e poi montarla insieme al resto. A volte, nel laboratorio, si sosti-tuiva anche al
direttore della fotografia, per avere una stampa assolutamente perfetta. Usò i suoi soldi per
sovven-zionare quattro stampe eccezionali. E la colonna sonora fu curata quasi esclusivamente da lei,
perché non avevamo un buon tecnico del suono.
Quando parlavamo del prossimo film, il film brasilia-no, mi chiedeva dei suggerimenti. L'apatia di Sandy
non le era di molto aiuto. Ti usava per quello che eri capace di dare. È come se fosse un'onnivora.
Consuma ogni cosa. Non ho mai compreso se Susan fosse egocentrica e fino a che punto. È possibile
che una persona che ha così tanta fiducia in se stessa non soffra di egocentrismo?
Quando tornai da Roma a Saint Esprit, dissi a mamma del film in Brasile che voleva fare Susan. Mamma
disse che era d'accordo, ma qualcuno doveva venire laggiù con me per darmi un'occhiata. Disse anche,
con una risatina maligna, che se non avesse trovato un distributore a Cannes, Susan era finita.
Be', Susan capì. Questa è Cannes: non soltanto vincere premi o divertirsi al Carlton, ma trovare
distributori che facessero circolare il film in Europa e negli Stati Uniti. Mamma disse che sarebbe andata
a Cannes e avrebbe organizzato una conferenza stampa con Susan e anche fatto il possibile per lanciare il
film. Be', lei non era mai uscita da Saint Esprit da quando avevo dodici anni. Ero su di giri. Susan si
sarebbe giocata tutto, e forse con mamma alle spalle e con me, come figlia di mia madre, avremmo
potuto trovare almeno un distributore indipendente per gli Stati Uniti. Susan sapeva che il film, per il suo
contenuto scabro-so, non poteva interessare gli Studi, ma per un distributore indipendente sarebbe stato
perfetto.
Il film in Brasile, invece, sarebbe stato il grande salto. Sandy avrebbe recitato il ruolo di una giornalista
americana in Brasile inviata lì per una serie di servizi sulle spiagge e i bikini. Io sarei stata una prostituta,
cioè una schiava bianca spedita lì da una gang del grande crimine e che Sandy avrebbe incontrato,
salvato e portato via dal Brasile. Natu-ralmente, il mio magnaccia - Susan aveva già un tipo
assolutamente perfetto per la parte - sarebbe stato un gangster di grosso calibro, che mi avrebbe amato
alla follia e così via; insomma, puoi capire che Susan voleva una trama complicata come quella di Colpo
grosso.
Susan non sopporta le caratterizzazioni a tutto tondo. Lei crede che se in un film c'è il vero cattivo, allora
si è sbagliato qualcosa.
Ad ogni modo, Colpo grosso sarebbe stato il film del debutto e Volontà e vergogna quello che [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]