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e nverso Attene col viso voltato
mirava fisamente e con disio;
e quasi il vento ch indi era spirato
più ch altro li pareva mite e pio,
e ricevendol dicea seco stesso:
Questo fu ad Emilia molto appresso .
33
E mentre che n tal guisa dimorava,
una barchetta dentro al porto entrare
vide; laonde ad essa s appressava,
Letteratura italiana Einaudi 122
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
e cominciò di loro a domandare
donde venisse; e un che n essa stava
disse: D Attene, e là crediam tornare
assai di corto; s tu vorrai venire,
qui su potrai con esso noi salire.
34
A cotal voce sospirò Penteo;
poi, tratto quel da parte, pianamente
il domandò che era di Teseo,
e di più cose diligentemente,
a le qua tutte que li sodisfeo;
ma poi della reina ultimamente
e della bella Emilia domandando,
così que li rispose al suo domando.
35
Qualunque dea nel cielo è più bella,
nel cospetto di lei parrebbe oscura;
ell è più chiara che alcuna stella,
né dicesi che mai bella figura
fosse veduta tanto come quella;
ver è che per la sua disaventura
l altrier morì Acate, a cui sposa
esser doveva quella fresca rosa.
36
E altre cose molte più li disse,
le qua misor Penteo in gran pensiero;
e l tramortito amor quasi rivisse,
e il disio più focoso e più fiero
parve subitamente divenisse;
né ciò li parve a sostener leggiero,
Letteratura italiana Einaudi 123
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
e in sé conobbe che n tal disiare
non potrebbe or, come già fé, durare.
37
E si sentiva sì venuto meno,
ch appena si poteva sostenere;
onde, se a quelle pene che l coceno
nol medicasse l Emilia vedere,
assai in brieve lui ucciderieno;
per che diliberò pur di volere
in ogni modo tornare ad Attene
ad alleggiare o a finir sue pene
38
fra sé dicendo: Io son sì trasmutato
da quel ch esser solea, che conosciuto
io non sarò, e vivrò consolato,
me ristorando del mal c ho avuto,
vedendo il bello aspetto ove fu nato
il disio che mi tene e ha tenuto;
e s al servigio di Teseo potessi
esser, non so che poi più mi chiedessi.
39
Se forse è sì crudel la mia ventura
ch io sia riconosciuto, e m è il morire
vie più grazioso che vita sì dura,
come io fo in sempre mai languire .
Poi in su tal proposta s asicura
e si dispon del tutto a ciò seguire;
e mille anni gli par che a ciò sia,
tanto vedere Emilia disia.
Come Penteo tornò in Attene.
Letteratura italiana Einaudi 124
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
40
E non tardò di metter ad effetto
cotal pensiero, anzi commiato prese,
e nver di quella navicò soletto;
e n pochi giorni lì giunto discese
in maniera di povero valletto,
e in Attene con tema si mise;
e acciò ch elli Emilia vedesse,
stette più dì, né fu chi l conoscesse
41
Quando s avide ben ch era del tutto
fuor delle menti di tutte persone,
e che l angoscia e l doloroso lutto
ora li torna in consolazione,
disse fra sé: Ancor sentirò frutto
della mia lunga tribulazione;
e la fortuna, a me stata nemica,
sotto altro aspetto mi fia forse amica
Come Penteo andò nel tempio d Apollo ad adorare
42
Quinci agli eccelsi templi se ne gio
del grande Appollo, e nnanzi alle sue are
s inginocchiò, e con sembiante pio
volendo quivi li suoi prieghi dare,
subito pianto molto lo mpedio,
venutoli da nuovo memorare
quel che già fu e quel che egli ora era
poi cominciò in sì fatta maniera:
Letteratura italiana Einaudi 125
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
43
O luminoso Iddio che tutto vedi,
il cielo e l mondo e l acque parimente,
e con luce continua procedi
tal che tenebra non t è resistente,
e sì tra noi col tuo girar provedi
ched e ci vive e nasce ogni semente,
volgi ver me il tuo occhio pietoso
e questa volta mi sie grazioso.
44
A me non legne, non fuoco, né incenso,
non degno armento a la tua deitate,
non lauree corone, e or pur censo
mi fosse a sodisfar necessitate;
e quinci vien che con giusto compenso
non son da me le tue are onorate,
e tu il ti vedi, ché di ciò ingannare
non ti potrei, perch i l volessi fare
45
Di lagrime, d affanni e di sospiri,
d ogni infortunio e povertate intera
son io fornito, e ancor di disiri
d amor, vie più che bisogno non m era;
di questi a te che l universo giri
fo sacrificii con nuova maniera;
prendili per accetti, io te ne priego,
e al mio domandar non metter niego.
46
Sì come te alcuna volta Amore
costrinse il chiaro cielo abandonare
Letteratura italiana Einaudi 126
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
e lungo Anfrisio, in forma di pastore,
del grande Ameto a gli armenti guardare,
così or me il possente signore
qui in Attene ha fatto ritornare,
contra l mandato che mi fé Teseo,
allor ch a Peritoo mi rendeo.
47
E ben ch angoscia transformato m abbia,
e l nuovo nome, di ciò ch io solea
altra volta esser, la smarrita labbia
priego mi servi o nuova in me la crea,
sotto la qual coverta la mia rabbia,
vedendo Emilia, contento mi stea,
e a servir Teseo sia ricevuto,
sanza mai esser lì riconosciuto.
48
Se ciò mi fai, e io sia rivestito
giammai del mio, sì come tu se degno
t onorerò. E fu esaudito
d ogni suo priego, e cognobbene segno;
per che dal tempio tosto dipartito,
a fornir sua intenzion lo ngegno
pose, e pensò come fatto venisse
ch esser potesse che Teseo servisse.
Come Penteo fu ricevuto al servigio di Teseo, e come elli prima
rivide Emilia, da lei solamente riconosciuto.
49
Com elli avea con seco immaginato,
così lo immaginar seguì l effetto;
Letteratura italiana Einaudi 127
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
e s elli avesse a lingua dimandato
non gli saria sì ben venuto detto,
però che fu con Teseo allogato,
né fu dell esser suo preso sospetto,
né domandato fu chi fosse o donde:
così gli andaron le cose seconde!
50
E non fu prima a tal partito giunto,
che l suo aspetto un pochetto più chiaro
si fé che pria parea così compunto,
e dipartissi il suo dolore amaro
il qual l avea col lagrimar consunto,
e le sue membra forze ripigliaro;
ma tutte altre allegrezze furon nulla
a petto a quando vide la fanciulla.
51
Teseo, faccendo una mirabil festa, [ Pobierz całość w formacie PDF ]
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e nverso Attene col viso voltato
mirava fisamente e con disio;
e quasi il vento ch indi era spirato
più ch altro li pareva mite e pio,
e ricevendol dicea seco stesso:
Questo fu ad Emilia molto appresso .
33
E mentre che n tal guisa dimorava,
una barchetta dentro al porto entrare
vide; laonde ad essa s appressava,
Letteratura italiana Einaudi 122
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
e cominciò di loro a domandare
donde venisse; e un che n essa stava
disse: D Attene, e là crediam tornare
assai di corto; s tu vorrai venire,
qui su potrai con esso noi salire.
34
A cotal voce sospirò Penteo;
poi, tratto quel da parte, pianamente
il domandò che era di Teseo,
e di più cose diligentemente,
a le qua tutte que li sodisfeo;
ma poi della reina ultimamente
e della bella Emilia domandando,
così que li rispose al suo domando.
35
Qualunque dea nel cielo è più bella,
nel cospetto di lei parrebbe oscura;
ell è più chiara che alcuna stella,
né dicesi che mai bella figura
fosse veduta tanto come quella;
ver è che per la sua disaventura
l altrier morì Acate, a cui sposa
esser doveva quella fresca rosa.
36
E altre cose molte più li disse,
le qua misor Penteo in gran pensiero;
e l tramortito amor quasi rivisse,
e il disio più focoso e più fiero
parve subitamente divenisse;
né ciò li parve a sostener leggiero,
Letteratura italiana Einaudi 123
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
e in sé conobbe che n tal disiare
non potrebbe or, come già fé, durare.
37
E si sentiva sì venuto meno,
ch appena si poteva sostenere;
onde, se a quelle pene che l coceno
nol medicasse l Emilia vedere,
assai in brieve lui ucciderieno;
per che diliberò pur di volere
in ogni modo tornare ad Attene
ad alleggiare o a finir sue pene
38
fra sé dicendo: Io son sì trasmutato
da quel ch esser solea, che conosciuto
io non sarò, e vivrò consolato,
me ristorando del mal c ho avuto,
vedendo il bello aspetto ove fu nato
il disio che mi tene e ha tenuto;
e s al servigio di Teseo potessi
esser, non so che poi più mi chiedessi.
39
Se forse è sì crudel la mia ventura
ch io sia riconosciuto, e m è il morire
vie più grazioso che vita sì dura,
come io fo in sempre mai languire .
Poi in su tal proposta s asicura
e si dispon del tutto a ciò seguire;
e mille anni gli par che a ciò sia,
tanto vedere Emilia disia.
Come Penteo tornò in Attene.
Letteratura italiana Einaudi 124
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
40
E non tardò di metter ad effetto
cotal pensiero, anzi commiato prese,
e nver di quella navicò soletto;
e n pochi giorni lì giunto discese
in maniera di povero valletto,
e in Attene con tema si mise;
e acciò ch elli Emilia vedesse,
stette più dì, né fu chi l conoscesse
41
Quando s avide ben ch era del tutto
fuor delle menti di tutte persone,
e che l angoscia e l doloroso lutto
ora li torna in consolazione,
disse fra sé: Ancor sentirò frutto
della mia lunga tribulazione;
e la fortuna, a me stata nemica,
sotto altro aspetto mi fia forse amica
Come Penteo andò nel tempio d Apollo ad adorare
42
Quinci agli eccelsi templi se ne gio
del grande Appollo, e nnanzi alle sue are
s inginocchiò, e con sembiante pio
volendo quivi li suoi prieghi dare,
subito pianto molto lo mpedio,
venutoli da nuovo memorare
quel che già fu e quel che egli ora era
poi cominciò in sì fatta maniera:
Letteratura italiana Einaudi 125
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
43
O luminoso Iddio che tutto vedi,
il cielo e l mondo e l acque parimente,
e con luce continua procedi
tal che tenebra non t è resistente,
e sì tra noi col tuo girar provedi
ched e ci vive e nasce ogni semente,
volgi ver me il tuo occhio pietoso
e questa volta mi sie grazioso.
44
A me non legne, non fuoco, né incenso,
non degno armento a la tua deitate,
non lauree corone, e or pur censo
mi fosse a sodisfar necessitate;
e quinci vien che con giusto compenso
non son da me le tue are onorate,
e tu il ti vedi, ché di ciò ingannare
non ti potrei, perch i l volessi fare
45
Di lagrime, d affanni e di sospiri,
d ogni infortunio e povertate intera
son io fornito, e ancor di disiri
d amor, vie più che bisogno non m era;
di questi a te che l universo giri
fo sacrificii con nuova maniera;
prendili per accetti, io te ne priego,
e al mio domandar non metter niego.
46
Sì come te alcuna volta Amore
costrinse il chiaro cielo abandonare
Letteratura italiana Einaudi 126
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
e lungo Anfrisio, in forma di pastore,
del grande Ameto a gli armenti guardare,
così or me il possente signore
qui in Attene ha fatto ritornare,
contra l mandato che mi fé Teseo,
allor ch a Peritoo mi rendeo.
47
E ben ch angoscia transformato m abbia,
e l nuovo nome, di ciò ch io solea
altra volta esser, la smarrita labbia
priego mi servi o nuova in me la crea,
sotto la qual coverta la mia rabbia,
vedendo Emilia, contento mi stea,
e a servir Teseo sia ricevuto,
sanza mai esser lì riconosciuto.
48
Se ciò mi fai, e io sia rivestito
giammai del mio, sì come tu se degno
t onorerò. E fu esaudito
d ogni suo priego, e cognobbene segno;
per che dal tempio tosto dipartito,
a fornir sua intenzion lo ngegno
pose, e pensò come fatto venisse
ch esser potesse che Teseo servisse.
Come Penteo fu ricevuto al servigio di Teseo, e come elli prima
rivide Emilia, da lei solamente riconosciuto.
49
Com elli avea con seco immaginato,
così lo immaginar seguì l effetto;
Letteratura italiana Einaudi 127
Giovanni Boccaccio - Teseida delle nozze d Emilia
e s elli avesse a lingua dimandato
non gli saria sì ben venuto detto,
però che fu con Teseo allogato,
né fu dell esser suo preso sospetto,
né domandato fu chi fosse o donde:
così gli andaron le cose seconde!
50
E non fu prima a tal partito giunto,
che l suo aspetto un pochetto più chiaro
si fé che pria parea così compunto,
e dipartissi il suo dolore amaro
il qual l avea col lagrimar consunto,
e le sue membra forze ripigliaro;
ma tutte altre allegrezze furon nulla
a petto a quando vide la fanciulla.
51
Teseo, faccendo una mirabil festa, [ Pobierz całość w formacie PDF ]